Cristiano Rigoli, qual è il tuo lavoro e cosa fai per Cooperativa Valdorcia?

“Cinquant’anni, di Firenze, sono dottore in Legge, ma non esercito. Da più di venti anni ho scelto di occuparmi di consulenza direzionale per le imprese. La mia specializzazione è la consulenza sui contratti pubblici, la consulenza sui sistemi di gestione e certificazione di qualità, di ambiente, di sicurezza e di etica. Mi occupo anche di consulenza sui modelli di organizzazione e gestione per prevenzione reati (d.lgs 231/20021), consulenza anticorruzione e trasparenza per enti pubblici e società partecipate. E chiaramente fornisco prestazioni anche sulla protezione dei dati personali e sulla privacy. Sugli stessi temi sona anche formatore di aula. La Cooperativa Valdorcia è stata uno dei miei primi clienti, la seguo dai primi anni 2000: ha scelto di attivare una consulenza sul sistema di gestione teso a qualità e ambiente, aggiorna periodicamente il modello 231 relativamente alla parte sicurezza e ha in atto procedure per la protezione dei dati personali. Infine fornisco loro una consulenza in materia di appalti pubblici”.

Quale significato hanno le certificazioni che compi periodicamente per la Cooperativa Valdorcia?

“In particolare la certezza di avere modelli organizzativi e di sistema coerenti che sono un valore aggiunto fondamentale soprattutto per le aziende che operano in settori che sono meno sensibili alla forma e alla tracciabilità dei documenti. Nel settore edile, in particolare, le certificazioni hanno permesso la crescita e la maturazione degli organismi di gestione. La mia esperienza mi convince che cooperative di medie dimensioni e le Pmi in generale quando entrano in un sistema di gestione sottoposto alla verifica di un ente terzo fanno balzi incredibili in competitività. E’ questo è sicuramente il caso della CVC”.

Quale importanza hanno per gli stakeholders della Cooperativa Valdorcia?

“Essendo una cooperativa, il principale stakeholder sono i soci, ordinari e sovventori. Ma visto che l’azienda presidia un territorio che è patrimonio Unesco e quindi di eccezionale valore, sono stakeholder cruciali anche le istituzioni e le persone che nel territorio ci vivono. E’ chiaro che ciascuno di essi fornisce una spinta molto importante legata alla crescita. La Cooperativa Valdorcia ha un interscambio continuo con il territorio. Ciò ha permesso di crescere e trasmettere e consolidare l’immagine di un’azienda strutturata, seria e onesta che ha fatto del rispetto ambientale e per il territorio il proprio cavallo di battaglia. Il territorio lo ha compreso e difatti la Cooperativa Valdorcia è una delle pochissime realtà che, pur subendo la crisi congiunturale delle costruzioni, ha avuto la capacità di rimettersi in piedi con il rispetto che suscita, l’onesta che la contraddistingue e il lavoro fatto a regola d’arte”.

Uscendo dai formalismi, che opinione ti sei fatto della Valdorcia lavorando a stretto contatto con loro?

“Premetto che conosco soprattutto la parte dirigenziale e amministrativa con cui mi confronto periodicamente, e comunque l’impressione è quella di un gruppo di lavoro, di soci, molto serio, onesto e competente. E anche un gruppo che gestisce il cambiamento. Dal 2008 in poi, anche se la vera crisi da noi è arrivata più tardi, sono stato testimone di un’incredibile serie di cessazioni di impresa. Questo, a San Quirico, non è avvenuto perché a mio parere la Cooperativa Valdorcia non ha rincorso la crisi, ma ha provato a gestirla con consapevolezza e idee originali”.

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Certificazioni

ISO 9001:2015

ISO 14001:2015