Carpenteria in cemento armato

Il calcestruzzo armato o conglomerato cementizio armato (comunemente chiamato cemento armato) è un materiale usato per la costruzione di opere civili. È costituito da calcestruzzo, ovvero una miscela di cemento, acqua, sabbia e aggregati, cioè elementi lapidei, come la ghiaia, a cui si aggiunge un'armatura di barre di acciaio annegata al suo interno e opportunamente sagomata. L’uso di questo materiale si può far risalire all’epoca romana, tuttavia l'invenzione del primo «cemento rinforzato» è generalmente attribuita alla scoperta fortuita di un giardiniere parigino di nome Joseph Monier che, nel tentativo di produrre vasi da fiori in litocemento, avrebbe notato che la gabbia di metallo usata per trattenere e modellare la miscela di cemento dimostrava la proprietà di non staccarsi facilmente dal calcestruzzo stesso. Oggi molti ulteriori brevetti sono stati realizzati ed è un materiale utilizzato sia per la realizzazione della struttura degli edifici (ovverosia dell'ossatura portante) che di manufatti come ad esempio i muri di sostegno dei terrapieni. In cantiere, la tecnologia del calcestruzzo gettato in opera ha il vantaggio di creare meno problemi nei nodi tra gli elementi, cioè in quei punti in cui si uniscono travi e pilastri.

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Carpenteria metallica

Le costruzioni metalliche sono opere edili la cui struttura portante è realizzata interamente in acciaio. L'acciaio si è rilevato come un materiale da costruzione di importanza fondamentale sin dalla metà del XIX secolo. Per le sue alte qualità di resistenza in rapporto alla sezione impiegate, si impose come materiale sostitutivo del legno in numerose applicazioni costruttive perché offriva il vantaggio di permettere la costruzione di strutture portanti di modesta sezione occupando quindi molto meno spazio rispetto ai materiali impiegati fino ad allora, e dava all'insieme della costruzione un aspetto di leggerezza, pur consentendo di impiegare elementi portanti di luci insolite. I progressi della siderurgia nei primi anni del XX secolo hanno messo a disposizione acciai perfettamente rispondenti alle nuove necessità specialmente nel campo degli impianti industriali. Nella seconda metà del XX secolo, grazie all'evoluzione delle qualità chimiche dell'acciaio, che ha migliorato la saldabilità dello stesso, la saldatura elettrica ha preso piede apportando notevoli modifiche nell'arte del costruire in metallo. Il principale vantaggio rispetto ad altri materiali da costruzione è l’elevato rapporto resistenza/peso specifico pertanto le strutture metalliche sono più leggere di quelle in muratura portante e in calcestruzzo armato. Questo determina una minore incidenza del peso proprio strutturale sui carichi di esercizio e quindi fondazioni più ridotte.

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Restauro

Il restauro è un'attività legata alla manutenzione, al recupero, al ripristino e alla conservazione delle opere d'arte, dei beni culturali, dei monumenti ed in generale dei manufatti storici, quali ad esempio un'architettura, un manoscritto, un dipinto, un oggetto, qualsiasi esso sia, al quale venga riconosciuto un particolare valore. Sul concetto e le tecniche del restauro la storia è ricca di interpretazioni più filosofiche che tecniche. Nella prima metà del Novecento si impone la figura di Gustavo Giovannoni (1873-1947), promotore di una sistematizzazione della teoria del restauro che va sotto il nome di "Restauro scientifico". Giovannoni ritiene infatti necessaria la compartecipazione al progetto di restauro, sotto la direzione ed il coordinamento dell'architetto, di alcuni specialisti (chimici, geologi, ecc.) in grado di apportare utili contributi alla conoscenza del manufatto e delle tecniche di intervento. Giovannoni propone inoltre di ricondurre gli interventi di restauro a varie categorie:
A) Restauro di consolidamento, consistente nell'insieme di opere necessarie a ristabilire un adeguato livello di sicurezza statica.
B) Restauro di ricomposizione o anastilosi, ovvero ricomposizione di un monumento frammentario del quale si conservino le parti.
C) Restauro di liberazione, ovvero rimozione di superfetazioni ritenute di scarso valore storico-artistico.
D) Restauro di completamento, con l'aggiunta di parti accessorie realizzate secondo il criterio della riconoscibilità.
E) Restauro di innovazione che aggiunge parti rilevanti di nuova concezione che talvolta risultano necessarie per il riuso del manufatto.

Cesare Brandi nella sua Teoria del restauro afferma che il restauro è «il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro», aggiungendo che «si restaura solo la materia dell'opera d'arte».

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Urbanizzazioni

L'urbanizzazione è il processo di sviluppo e organizzazione che porta un centro abitato ad assumere le caratteristiche tipiche di una città. Il termine include sia la creazione materiale di strutture (opere di urbanizzazione), come reti di trasporti e sistema fognario, sia i cambiamenti di comportamento e costume della società. Il processo riguarda i centri cittadini di nuova creazione, o centri esistenti che hanno registrato un forte incremento di popolazione (urbanesimo); ma riguarda anche il territorio circostante, quando avviene la diffusione della struttura urbana al di fuori dei centri originari, fino a formare una rete di città. Le città tendono ad espandersi molto rapidamente, con conseguenti problemi di inquinamento, affollamento, traffico e infine condizioni di vita stressanti. L'urbanistica differenzia le opere di urbanizzazione in due specie, le opere di urbanizzazione primaria quali, strade, fognature, luci, acquedotti e le opere di urbanizzazione secondaria quali, scuole, uffici pubblici, negozi (alimentari, panetterie etc). Spesso l’urbanizzazione è stata associata al processo di trasformazione del territorio da rurale a urbano, allo sviluppo dei centri abitati e alla concentrazione della popolazione nelle aree urbane. Il tasso di urbanizzazione infatti si può misurare calcolando il rapporto tra popolazione urbana e popolazione rurale, anche se va distinto dalla crescita urbana (urban growth), che invece si riferisce solo alla crescita demografica della popolazione che risiede in aree urbane, e non all’espansione fisica.

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Movimento terra

L’attività di movimento terra ricomprende tutti quegli interventi che incidono sulla realtà del terreno di un’area, mutandone le caratteristiche, e che normalmente rientrano in tre diverse tipologie:
A) scavi: consistono nell’asporto di terreno (se di notevole consistenza, si parla, solitamente, di sbancamento);
B) riporti: consistono nel deposito di una quantità di terra su un’area;
C) livellamenti: sono interventi che, attraverso scavi e riporti, mirano ad eliminare le asperità di un terreno.

Gli interventi di scavo e movimento terra per scopi edilizi sono suddivisi secondo la finalità della lavorazione. Il titolo edilizio abilitativo necessario per eseguire le opere è diverso se si tratta di lavorazioni pertinenti all'esercizio dell'attività agricola, ovvero di scavi per la realizzazione di bacini idrici, di opere di ricerca e coltivazione di sostanze minerali di cava
(1); scavi con altro scopo che comportino una perdurante modifica dello stato dei luoghi
(2). La gestione di materiali da scavo e/o demolizione provenienti da opere soggette a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) è disciplinata dal Decreto del Presidente della Repubblica 13/06/2017, n. 120. In questo caso bisogna presentare un piano di utilizzo. Con il termine macchine movimento terra si indicano i macchinari industriali usati per eseguire tutte le operazioni che richiedono un movimento di terra, ovvero la modellazione dei terreni, generalmente a scopi costruttivi o di gestione del territorio, per la realizzazione di scavi e rilevati. Esse si suddividono in bulldozer, terna, escavatore, scraper e pala caricatrice.

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Muratura

Identifica una struttura muraria costituita di elementi (pietra, laterizio) sovrapposti gli uni agli altri con l’interposizione o meno di un materiale cementante che, riempiendo i vani della muratura, ne collega la massa. Le caratteristiche tecniche che qualificano una muratura possono riferirsi ai materiali adoperati (muratura di pietra, di mattoni, di cemento, mista, a secco etc), alla lavorazione (muratura a faccia vista, a spina di pesce, a cortina di mattoni etc.), alle funzioni costruttive (muratura di fondazione, di rinforzo etc) o ad altri aspetti particolari dei singoli edifici. La muratura si divide in molti capitoli in quanto è una definizione molto generica. Nostre caratteristiche sono la muratura di laterizio leggero (i tramezzi interni); la muratura di laterizio porizzato (le tamponature esterne di un fabbricato o le tramezzature in caso di vani aventi grandi altezze); la muratura di mattone comune (mattoni forati che dopo vengono intonacati in quanto non esteticamente belli); la muratura di mattoni faccia-vista (la classica "cortina" a mattoni); la muratura di pietra faccia vista (a secco o con malta); la muratuta di blocchi e altre ancora.

Fonte: Treccani

Finiture

Nelle costruzioni edilizie, opere di finitura (o di finimento) sono quelle che completano la struttura rustica di un edificio rendendolo pronto alla sua utilizzazione; rientrano nella categoria: gli intonaci, le coloriture e i rivestimenti murari, i pavimenti, gli infissi di porte e di finestre. Qui si apre un mondo di opere che oltre nel completamento di un immobile possono riguardare la manutenzione e l’igienizzazione delle superfici. Di particolare impatto – stante la continua evoluzione tecnologica - sono le tecniche e i materiali impiegabili con i quali le opere vengono portate a compimento. I materiali di finitura, nella tecnica, sono le sostanze usate per conferire certe proprietà alle opere, specie fibre tessili (per es., resistenza al ritiro, alla combustione), o per conferire morbidezza, impermeabilità e riduzione della rugosità. Tali sostanze vengono di solito applicate o incorporate nelle ultime fasi del processo di lavorazione delle fibre.

Fonte: Treccani